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La regione Veneto sottolinea l’importanza della prevenzione per i tumori e in particolare quelli dell’utero

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AgenPress. La regione Veneto sottolinea l’importanza della prevenzione per i tumori e in particolare quelli dell’utero.
L’assessore alla sanita’ Manuela Lanzarin, evidenzia come gli screening abbiamo “dimostrato nel tempo di essere uno strumento fondamentale per individuare in fase precoce i tumori e consentire quindi cure tempestive e mirate, con possibilita’ di guarigione sempre piu’ elevate. Un’arma che ha trovato una adesione da parte delle donne sempre crescenti, a dimostrarne la validita’. Lo screening per il tumore del collo dell’utero rappresenta un’attivita’ consolidata per tutte le nove Aziende della Regione del Veneto e raggiunge ottimi standard qualitativi”.
In Italia, il tumore del collo dell’utero rappresenta il quinto tumore per frequenza nelle donne sotto i 50 anni di eta’ e complessivamente l’1,3% di tutti quelli diagnosticati. La probabilita’ di guarire dopo una diagnosi di tumore del collo dell’utero in Italia e’ pari a circa il 64%.
Il tasso di positività nelle donne al primo esame con test HPV-DNA si attesta all’8,6 mentre le donne già sottoposte a screening che avevano già partecipato a precedenti round con test HPV-DNA presentano un tasso di positività per HPV pari a 3,9%. Iltasso di positività sul totale delle donne sottoposte a test HPV-DNA è del 6%, in calo rispetto al dato del 2020 (7,2%) e del 2019 (7,4%).
“La Regione del Veneto dal 2021, in linea con le indicazioni contenute nel Piano nazionale di Prevenzione 2020-2025, che pone particolare attenzione all’integrazione tra la prevenzione primaria e secondaria, ha rimodulato l’offerta di screening con la seguente modalità: offerta di un Pap-test con cadenza triennale alle donne in età compresa tra i 25 e i 29 anni non vaccinate contro il Papilloma Virus – aggiunge Lanzarin – A questo si aggiunge il posticipo dell’ingresso nello screening al compimento del trentesimo anno di età per le donne che hanno eseguito la vaccinazione HPV entro il quindicesimo anno di età in quanto le evidenze scientifiche hanno dimostrato per queste donne un rischio molto ridotto di sviluppare tumori o lesioni pretumorali; offerta del test HPV-DNA a tutte le donne tra i 30 e i 64 anni con cadenza quinquennale. Il 2021 ha visto un forte impegno da parte di tutte le Aziende ULSS per riportare l’attività ai livelli di estensione e adesione ottimali, recuperando i ritardi accumulati in seguito alla pandemia da COVID 19”.
L’implementazione del nuovo protocollo per le giovani donne (25-29 anni), ha richiesto adeguamenti sia sul piano organizzativo sia su quello comunicativo rivolto alla popolazione generale, alle donne interessate dal cambiamento e a tutti gli operatori sanitari coinvolti.



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